Attore giapponese. Figlio di due missionari che lavorano in Cina, rientra in Giappone per studiare fotografia e allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruola. Nel 1947 partecipa a un provino ed è notato dal regista S. Taniguchi in procinto di girare Ginrei no hate (Alla fine dei monti argentei, 1947). L'incontro con A. Kurosawa avvia un sodalizio duraturo, ricco di prove straordinarie. Da L'angelo ubriaco (1948) a Rashomon (1950), da I sette samurai (1954) a Il trono di sangue (1957) a La sfida del samurai (1961), asseconda gli intenti del regista, esprimendo al meglio le peculiarità della sua recitazione dinamica e feroce eppure capace di profondità drammatica e distacco ieratico. Negli stessi anni fonda una casa di produzione indipendente e debutta come regista: il tentativo è modesto e non ripeterà l'esperienza. Nel 1965 ignora le indicazioni di Kurosawa e interpreta Barbarossa con eccessiva enfasi eroica, una scelta che spezza l'armonia e decreta la fine della collaborazione tra due talenti eccezionali. Interprete di qualità eccellenti, M. è anche un emblema dello spirito giapponese e in quanto tale è scelto per film molto diversi tra loro, come Duello nel Pacifico (1968) di J. Boorman o 1941 - Allarme a Hollywood (1979) di S. Spielberg. Negli anni '80 rinnova la popolarità partecipando alla serie televisiva Shogun, ma ritrova la fermezza dei suoi personaggi migliori nel 1989 con Morte di un maestro del tè di K. Kumai.